La sharing economy cresce tra i Millennials : Tra i prodotti più richiesti ci sono le attrezzature per il fitness
Come si farà
la spesa in futuro, e cosa cerca il consumatore nel terzo millennio quando si
decide ad entrare in un negozio “reale”?
Come cambieranno quindi i punti
vendita per incontrare i nuovi desiderata dei consumatori?
A queste
domande ha cercato di rispondere un’indagine
effettuata da Westfield, primaria società che opera nello sviluppo e
gestione di centri commerciali a livello internazionale. La ricerca, che ha
intervistato oltre 13mila persone tra cui esperti del settore
in USA e UK, ha individuato cinque tendenze chiave. Eccole.
Sharing
economy anche nel punto vendita: Uber e Airbnb sono solo la punta dell’iceberg
e hanno di fatto cambiato il modo di percepire alcuni prodotti e servizi.
I consumatori chiederanno di affittare alcuni articoli, costosi o di uso
non frequente, che non desiderano acquistare. Lo richiede il 20% dei britannici
e il 46% dei Millennials (25-34enni). Tra i prodotti più richiesti ci
sono le attrezzature per il fitness (19%), le automobili (16%),
l’elettronica di consumo (15%), le biciclette (14%) e
l’abbigliamento (10%). Ad esempio, un britannico su cinque spenderebbe
fino a 200 sterline (260 euro) al mese per un abbonamento che gli permettesse
di affittare un numero illimitato di vestiti.
Corsi e
incontri sociali: Il punto
vendita è il luogo dove fare corsi di approfondimento e incontrare persone. In
particolare, ai clienti piacerebbe avere a disposizione corsi di fitness e
salute (27%), cucina creativa (25%), incontri con esperti (20%),
club (19%) e anche corsi di informatica.
Incentivi
per le scelte di vita: Il consumatore del Terzo Millennio amerebbe essere premiato
con programmi di fidelizzazione che tengano conto non tanto di
quanti soldi ha speso, ma delle sue scelte di vita etiche e salutiste. Già
lo chiede il 20% dei britannici, che vorrebbero essere “premiati” (e, dunque,
incentivati) per il riciclo dei rifiuti (29%), l’esercizio
fisico (20%), il tempo speso in famiglia (19%), le giuste ore
di sonno (14%) e il volontariato (10%).
Assistenza
“aumentata” (e digital): Secondo il rapporto di Westfield la realtà virtuale nei prossimi anni si
diffonderà ovunque. I consumatori già la vorrebbero per
“ambientare” i prodotti che vedono in negozio nella loro vita quotidiana o
nelle loro case (lo desidera il 41% dei britannici). Il 33%
desidera invece degli ausili digitali per vedere come gli sta un vestito
(senza indossarlo, ovviamente).
Esperienza sensoriale: Per ottenere una shopping
experience realmente emozionante e coinvolgente, i “nuovi” consumatori si
aspettano che il punto vendita coinvolga tutti e cinque i sensi. Vista e
tatto (soprattutto) ma anche olfatto, udito e gusto, devono essere stimolati e
“risvegliati” dopo ore trascorse davanti a uno schermo, grande o piccolo.
Già oggi il 73% giudica la degustazione di un prodotto come uno dei maggiori
vantaggi del punto vendita fisico rispetto all’on-line.
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