Wellness: mens sana in corpore sano

Il wellness ha monopolizzato le nostre vite. Il detto latino mens sana in corpore sano è diventato un’ossessione, un imperativo morale. Anzi il corpo ha preso il sopravvento: è diventato il mezzo per provare la nostra identità attraverso scelte corrette, per sviluppare le nostre potenzialità intellettuali, emotive, spirituali ma soprattutto il passaporto per diventare un cittadino modello, integrato nella società. «Fino a qualche anno fa il wellness era uno stile di vita alternativo per pochi fissati, oggi è un’ideologia mainstream, che permea ogni momento della nostra giornata, il modo di lavorare, mangiare, pensare», dice Carl Cederström, autore con André Spicer di The Wellness Syndrome (Polity Books). Dobbiamo stare bene a tutti i costi certo, ma perché? A che serve diventare umani perfetti? «A renderci soprattutto più produttivi nel sistema capitalista e più desiderabili nel grande talent show del mercato del lavoro», dice Cederström. L’etica del lavoro si è tramutata in etica del workout, l’allenamento. Secondo un sondaggio recente più della metà delle società americane con oltre 50 dipendenti offre programmi di fitness. In Europa la compagnia svedese Scania (camion) mette a disposizione dei dipendenti palestra, passeggiate di venti minuti in pausa pranzo, più un team di psicologi, medici ed esperti del comportamento che lavorano con le risorse umane per produrre impiegati con uno stile di vita perfetto 24 ore su 24.
A qualcuno possono sembrare misure invadenti, coercitive. In realtà i dipendenti sembrano non pensarla così. «In tempi di crisi globale, quando è facile essere licenziati, bisogna tenersi in forma e il programma della società ti aiuta», dice uno degli intervistati. Se non ci riuscite, almeno fingete. Lo sanno bene i lavoratori precari di Amazon «a cui viene richiesto di proiettare comunque un’immagine di sè sicura, positiva, idonea al lavoro». Altrimenti fatevi aiutare da un coach, l’allenatore preposto a risolvere problemi personali, farvi trovare un lavoro, eliminare stili di vita tossici: non è un caso che l’industria del coaching abbia un giro d’affari da due miliardi di dollari all’anno.
vite. Il detto latino mens sana in corpore sano è diventato un’ossessione, un imperativo morale. Anzi il corpo ha preso il sopravvento: è diventato il mezzo per provare la nostra identità attraverso scelte corrette, per sviluppare le nostre potenzialità intellettuali, emotive, spirituali ma soprattutto il passaporto per diventare un cittadino modello, integrato nella società. «Fino a qualche anno fa il wellness era uno stile di vita alternativo per pochi fissati, oggi è un’ideologia mainstream, che permea ogni momento della nostra giornata, il modo di lavorare, mangiare, pensare», dice Carl Cederström, autore con André Spicer di The Wellness Syndrome (Polity Books). Dobbiamo stare bene a tutti i costi certo, ma perché? A che serve diventare umani perfetti? «A renderci soprattutto più produttivi nel sistema capitalista e più desiderabili nel grande talent show del mercato del lavoro», dice Cederström. L’etica del lavoro si è tramutata in etica del workout, l’allenamento. Secondo un sondaggio recente più della metà delle società americane con oltre 50 dipendenti offre programmi di fitness. In Europa la compagnia svedese Scania (camion) mette a disposizione dei dipendenti palestra, passeggiate di venti minuti in pausa pranzo, più un team di psicologi, medici ed esperti del comportamento che lavorano con le risorse umane per produrre impiegati con uno stile di vita perfetto 24 ore su 24.
A qualcuno possono sembrare misure invadenti, coercitive. In realtà i dipendenti sembrano non pensarla così. «In tempi di crisi globale, quando è facile essere licenziati, bisogna tenersi in forma e il programma della società ti aiuta», dice uno degli intervistati. Se non ci riuscite, almeno fingete. Lo sanno bene i lavoratori precari di Amazon «a cui viene richiesto di proiettare comunque un’immagine di sè sicura, positiva, idonea al lavoro». Altrimenti fatevi aiutare da un coach, l’allenatore preposto a risolvere problemi personali, farvi trovare un lavoro, eliminare stili di vita tossici: non è un caso che l’industria del coaching abbia un giro d’affari da due miliardi di dollari all’anno.


http://d.repubblica.it/beauty/2015/03/11/news/wellness_fai_da_te_benessere_consigli-2519390/

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