Secondo una
ricerca della Stanford University School of Medicine (USA) I
ricercatori hanno fatto utilizzare a sessanta volontari sette diversi
dispositivi mentre camminavano, correvano su un tapis roulant o erano alla
cyclette. Hanno contemporaneamente eseguito un elettrocardiogramma e misurato
la quantità di ossigeno e anidride carbonica nel respiro.
Si è visto che
sei dei sette fitness trackers indossati
erano accurati nel valutare il ritmo cardiaco, con un margine di errore di meno
del 5% rispetto all’elettrocardiogramma. Nessuno dei dispositivi però si è
rivelato accurato nel misurare la spesa energetica: il più preciso si
discostava del 27% dai dati a disposizione del team di ricerca, il peggiore del
93%.
La ricerca è
stata pubblicata su Journal of Personalized Medicine e conferma delle evidenze
già emerse: «Chi vuole indossare un braccialetto elettronico per sapere quanta attività fisica sta
svolgendo, o deve svolgere, può fare affidamento solo a misure come il numero
dei passi o una stima della dose di esercizio eseguita»,. «Altri
parametri, come il numero delle calorie consumate,
non sono affidabili perché sono solo delle approssimazioni, delle stime troppo
approssimative».
Lo afferma la
professoressa Lucini responsabile della Sezione di Medicina dell’Esercizio di
Humanitas.
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