Inattività fisica e chiusura palestre :le conseguenze del Covid sulla salute delle persone


Dopo un anno di Covid, confinati nello spazio di casa senza palestre, piscine e la possibilità di uscire quando vogliamo, gli effetti della sedentarietà iniziano a farsi sentire sia a livello fisico che psicologico. E’ vero che una corsetta al parco non ci viene negata e che anche a casa possiamo allenarci con le app, ma non è proprio la stessa cosa.



 Con palestre e piscine in molti casi chiuse, più spesso in casa anche per lavoro con lo smartworking, siamo diventati più sedentari. Questo ha un impatto sulla salute: gli esperti ritengono che la riduzione dell'attività fisica sperimentata durante i primi mesi della pandemia potrebbe portare a un aumento annuale di oltre 11,1 milioni di nuovi casi di diabete di tipo 2 e provocare oltre 1,7 milioni di decessi globalmente. Le stime sono presentate dai ricercatori dell'Università statale di San Paolo (UNESP), in Brasile, in un articolo su Frontiers in Endocrinology. Gli autori sottolineano che c'è un "bisogno urgente" di raccomandare l'attività fisica durante l'emergenza Covid. Tra le fonti di dati, la revisione ingloba un sondaggio online internazionale condotto da un gruppo di 35 istituti di ricerca in diversi continenti. Secondo i risultati, preliminari in quanto si riferiscono ai primi 1.000 volontari che hanno compilato un questionario, il livello di attività fisica è diminuito del 35% nei primi mesi di lockdown, e con un aumento del 28,6% dei comportamenti sedentari, come stare seduti o sdraiati a lungo. Studi precedenti avevano già dimostrato che la mancanza di attività fisica ha contribuito a causare circa 33 milioni di casi di diabete di tipo 2 nel 2019 e 5,3 milioni di decessi nel 2018.Sulla base dei dati relativi al periodo precedente alla pandemia, i ricercatori hanno stimato che l'attuale prevalenza di inattività fisica sia del 57,3% tra gli ultracinquantenni e del 57,7% tra le persone a rischio di diabete, così che la mancanza di esercizio fisico può essere considerata responsabile del 9,6% dei casi di diabete (11,1 milioni) e del 12,5% dei decessi per tutte le cause nel mondo (1,7 milioni) se questa prevalenza persiste per lungo tempo. 

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