Non è escluso che dovremo aumentare le tariffe degli abbonamenti: molte piscine rischiano di chiudere

 Una serie di telefonate a titolari di piscine e le risposte sono sempre identiche: se questo o il prossimo governo non ci metterà una pezza “noi non siamo più in grado di far fronte ad una situazione che ci strozza”. “Purtroppo non abbiamo strumenti per poter intervenire e neanche per poter programmare, quindi al momento subiamo soltanto le decisioni altrui”


Nicol Covelli, che gestisce la piscina Belle Arti 1938 di via Flaminia a Roma, è molto preoccupata per l’autunno che si sta avvicinando. Il rincaro dei costi dell’energia, già più che raddoppiati, per riscaldare d’inverno l’acqua della piscina, delle docce e degli ambienti, non la fanno dormire la notte.

Gianni Nagni, che amministra il complesso Aquaniene di via della Moschea, sempre a Roma, dice sconsolato

Tutti quelli che ho contattato e sentito stanno valutando la possibilità di chiudere perché non riescono a contenere le uscite e far quadrare i bilanci tra costi e ricavi. Non c’è margine. Già prima non era granché, ma per avere margine bisognerebbe incrementare tantissimo le tariffe, però far questo non è così facile per un motivo molto semplice: perché ricadrebbe sull’utente finale, che di fatto vive le stesse problematiche nostre. Anche a lui a casa gli sono raddoppiate le tariffe… è il cane che si morde la coda”.


Non più tardi di quindici giorni fa, il presidente della Federnuoto, Paolo Barelli, nel tracciare un primo bilancio degli Europei di nuoto in cui l'Italia sta trionfando tra l'entusiasmo del pubblico sugli spalti e le piscine del Foro Italico, piene anche a Ferragosto, non ha perso l’occasione di far notare come il mondo che ruota intorno alle piscine sia in difficolta. Prima a causa della pandemia e ora dai rincari energetici. E ha lanciato un appello: “Siamo disperati per le piscine : il rischio è  che con l'aumento delle spese la prima cosa che le società  possono tagliare sarà  l'attività  agonistica”, ha concluso Barelli.

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