giovedì 29 agosto 2013

Antistress e bruciagrassi, Kangoo e Bokwa nuove mode in palestra


Scarpe 'spaziali' e musica latina, coreografie da seguire disegnando con i piedi lettere o numeri sul pavimento. Si chiamano Fit Kangoo dance e Bokwa gli ultimi trend che dopo aver spopolato negli Usa - fra New York e Los Angeles - si stanno diffondendo anche nelle palestre italiane. Mode passeggere o in grado di resistere anche dopo i classici '15 minuti di celebrità' preconizzati da Andy Warhol? E' tutto da vedere, osservano gli addetti ai lavori che, interpellati dall'Adnkronos Salute, tracciano un quadro delle novità che animeranno la prossima stagione autunnale. Mentre dalle ultime kermesse arriva la consacrazione per Pilates e Zumba, "ormai due pilastri del fitness" globale, consolidati a diverse latitudini, dagli States al Vecchio continente. Le Kangoo jumps, stivaletti stile 'rollerblade' ma con delle particolari molle al posto delle rotelle, sono lo strumento con cui in diverse palestre tricolore ci si allenerà a ritmo di mambo, saltando come canguri appunto. Non una novità in sé, visto che già nel 1994 si parlava di questa speciale calzatura - il brevetto è svizzero - usata anche dalla Nasa per aiutare gli astronauti reduci da un viaggio nello spazio a recuperare velocemente massa muscolare. Il nuovo trend, che ha contagiato in particolare New York, 'sdogana' le kangoo jumps per mantenersi in forma anche nelle sale delle palestre, con passi di danza (in genere salsa e merengue) eseguiti rimbalzando. Secondo chi la propone, un quarto d'ora di 'Kangoo dance' permette di bruciare da 150 a 200 calorie. Un'attività non solo bruciagrassi, ma anche antistress perché, assicurano i fan, sostenuta dai ritmi latini mette anche di buonumore. La filosofia è simile a quella che ha portato al successo lo Zumba che, spiega Laura Antonini, personal trainer, "resta comunque la moda più solida del momento. E' un'aerobica latina. In stile 'villaggio turistico' propone delle coreografie allegre e divertenti. La particolarità è che l'istruttore (certificato) le propone sul momento, senza spiegarle. Gli allievi devono solo seguirlo. La musica è coinvolgente. I benefici sono quelli dell'aerobica: tonificazione generale, mirata in particolare a gambe e glutei". La lezione dura 45 minuti, tutti in movimento senza soluzione di continuità. "Una buona soluzione per bruciare grassi". La disciplina promette di far bruciare fino a 800 calorie a lezione e, oltre allo Zumba classico, nato negli anni '90 in Brasile, a opera dell'insegnate di aerobica Beto Perez, ora si stanno facendo largo diverse varianti. Una delle più recenti è lo Zumba Sentao, che movimenta le coreografie introducendo anche l'uso di sedie. Si muove sullo stesso binario un'altra tendenza del momento: "E' il Movida", programma di fitness musicale, segnala Barbara Dianati, responsabile del settore corsi del centro sportivo B.Fit di Legnano, nel Milanese. "Assistiamo poi al rilancio del tappeto elastico - prosegue - ma vanno molto anche gli allenamenti militareschi Tacfit e Bootcamp, esplosi qualche anno fa e tornati in auge". Marines alla riscossa, dunque, ma dagli Usa arriva anche un'altra novità che ha fatto il suo debutto al 'Rimini wellness': il Bokwa che ora punta a varcare l'Oceano e a sfondare anche nel Belpaese. Papà della disciplina, che ha come culla le palestre di Los Angeles, l'istruttore di Group Fitness di origini sudafricane Paul Mavi che con un pool di 'maestri' certificati è al lavoro per allargare la fama di questo nuovo allenamento, non esattamente una danza fitness. Si disegnano lettere e numeri immaginari con i piedi, muovendosi insieme a tempo di musica con un ritmo in forma aperta. Un'attività da 600-700 calorie all'ora. Queste discipline sono trasversali e adatte a tutte le età. E vengono modulate in diversi livelli di difficoltà. "Al di là delle novità, delle mode e delle operazioni commerciali del momento, nel mondo del fitness è chiaro che il tornado Zumba ha cambiato irreversibilmente la scena. Questa disciplina domina ancora a livello nazionale e internazionale ed è riuscita a diventare un elemento fondamentale un po' ovunque. Ci si diverte a sudare e faticare con lo Zumba in America, Europa e Asia", osserva Gabriele Brustenghi, fondatore nel 1989 del Festival del Fitness che ora si tiene a Roma. "Ma ancora più sorprendente - continua - è il solido successo del Pilates, un'attività più seria e ragionata, magari meno eccitante dello Zumba e più vicina all'attività fisica come si faceva una volta, una reinterpretazione della tradizionale ginnastica". Respirazione e postura corrette e controllate sono alla base del metodo messo a punto a inizio '900 dal tedesco Joseph Hubertus Pilates. Per gli appassionati della disciplina, è un 'toccasana' per chi sogna un ventre piatto. "Il Pilates assicura un lavoro armonico - sottolinea Antonini - è intramontabile con tutte le sue varianti. In acqua, a ritmo di tango e nelle sue ultime evoluzioni, come il piloxing", una sorta di fusione di standing pilates, boxe e danza. "Il pilates - prosegue - migliora anche tutta la muscolatura interna e apporta benefici anche per l'equilibrio. Prevede un lavoro a corpo libero proponibile a tutti, anche in questo caso con diversi livelli di difficoltà. Esistono programmi ad hoc per donne incinte e anziani. E si usano anche macchine particolari". Un esempio è la 'wunda chair', una sorta di sgabello con delle leve, "delle resistenze che servono per aumentare le difficoltà". Altra passione anche per gli amanti del fitness in salsa tricolore è lo 'striding': "Una camminata di gruppo con sottofondo musicale che si esegue su speciali tappeti non elettrici - spiega Antonini - Questi strumenti hanno una resistenza e si fanno andare camminando. L'istruttore dà il tempo e propone diversi modi di camminare. La logica è quella dello spinning. I benefici sono quelli della camminata classica: si bruciano grassi, si mantengono pulsazioni alte. E' lavoro aerobico". L'altra novità segnalata dagli addetti ai lavori è invece di carattere 'sociale': "Lo stile delle palestre italiane va sempre più verso il 'club' - segnala Brustenghi - I centri sportivi si trasformano in luoghi di vita sociale, dove si va anche a prendere un caffè e scambiare quattro chiacchiere con gli amici. Non più rifugio per palestrati, ma 'villaggio' frequentato da un target più ampio, che copre dai bambini agli anziani". L'ultima tendenza? L'allenamento di famiglia. "Sempre più genitori vanno in palestra con i propri bambini, dai 6 ai 12 anni. E tante palestre in Italia si stanno attrezzando anche con spogliatoi ad hoc per i piccoli sportivi", conclude l'esperto.http://www.adnkronos.com/Salute/Salute/?id=3.2.535921922

martedì 20 agosto 2013

SOCIAL FITNESS

La rivoluzione digitale sta impattando anche il mondo del fitness e del benessere in generale, nel quale si stanno sempre più affermando nuove modalità per tracciare, gestire e condividere la propria attività fisica in real time: in questo senso si inserisce il social fitness.
Non solo infatti si moltiplicano i siti web in cui gli iscritti rilasciano opinioni sulle proprie prestazioni e i gruppi in rete che fungono da cassa di risonanza per nuove tendenze come il cross-fit, ma sono ormai centinaia le App disponibili per confrontare esperienze, prodotti, prestazioni e brand legati al tema del wellness, che quindi richiamano la nuova ‘materia’ del social fitness.
Basta girare la rete per scoprire realtà come il social media show Reebok Fit Club – nel quale cinque blogger hanno la possibilità di esplorare il mondo del fitness e cambiare il proprio stile di vita grazie a coach e trainers – o come Fitstadium, social network che offre la possibilità di mantenere un diario di allenamento automatizzato online, commentabile e visibile da altri utenti.
In un’era in cui tutti siamo sempre più ininterrottamente connessi a qualche device, emergono App come Fitocracy, che aiuta gli utenti a svolgere attività fisica partecipando a sfide sportive all’interno di una community, o strumenti come Jawbone Up, bracciale che rileva anche i più piccoli movimenti del corpo per registrare informazioni su come ci muoviamo, dormiamo, mangiamo e su quale sia il nostro stato d’animo.
Il fitness, insomma, è sempre più un piacere da condividere. Gli italiani che praticano un’attività sportiva sono circa 40 milioni, con un giro d’affari di 3 miliardi di euro annui ai quali vanno aggiunti altri 2,5 miliardi di un indotto che comprende abbigliamento, accessori e integratori alimentari. Se poi consideriamo anche istituti di bellezza, centri idrotermali e stabilimenti, piscine, palestre, hotel con area wellness e stabilimenti balneari attrezzati, si supera la cifra dei 21 miliardi. E sono ben 11 milioni gli italiani che spendono o si dichiarano pronti a spendere fino a 1.200 euro all’anno per prodotti e servizi destinati al benessere fisico.http://www.pionero.it/2013/07/28/applicazioni-community-e-servizi-e-boom-per-il-social-fitness/

mercoledì 17 luglio 2013

L’automazione delle attività marketing si fa con le APP





 

La generazione e qualificazione di nuove opportunità è cruciale per ogni attività di marketing. Serve ad alimentare le attività commerciali e a costruire il Life Time Value del cliente per l’azienda e il marchio. Quasi tutte le soluzioni di marketing automation sul mercato dispongono di meccanismi di misurazione del ROI incorporati che possono oggi essere facilmente estesi anche ai social media. Implementare adeguate campagna di lead generation è però quasi impossibile se non si dispone della tecnologia e delle applicazioni adeguate per farlo. Ogni opportunità è diversa e necessita di una attenzione e di azioni pianificate nel tempo e diverse. Monitorare manualmente la progressione ed evoluzione di ogni oppportunità è diventato inefficiente  e non conveniente. Meglio automatizzare i processi attraverso soluzioni tecnologiche utili a coltivare la relazione e a far maturare l’opportunità.
Oggi a fornire un aiuto concreto in questo tipo di operazione ci sono anche le APP intelligenti che permettono ad esempio di gestire in ogni momento e ovunque ci si trovi ogni nuova opportunità. Con le APP appropriate si può ad esempio alimentare il database marketing mentre si è in viaggio o durante incontri di lavoro. Si possono utilizzare i social network professionali alla Linkedin per accettare nuove connessioni, Facebook Friends per fare la stessa cosa, inviare un cinguettio di benvenuto ad ogni nuovo ‘follower’ sull’account di twitter, rispondere e conversare su commenti, interrogazioni o lametele esposte in una pagina web aziendale, ecc. Queste APP possono servire a comunicare in forma perseverante nel tempo (email marketing e social media marketing) , a fornire landing page adeguate alla promozione di prodotti, eventi ed iniziative, ad integrare i vari media sociali, a presentare e promuovere nuovi prodotti, ad offrire nuova campagne di fidelizzazione per trattenere i clienti ed evitare gli abbandoni (‘ churn rate’).
Nelle attività marketing attuali ad offrire un aiuto prezioso sono i social network, soprattutto quando vengono utilizzati in modo integrato e intelligente. Per farlo serve una qualche forma di pianificazione e costanza nell’implementazione. I mercati e le audience target selezionate devono essere posizionate coerentemente con i vari portafogli d’offerta e le attività devono avere obiettivi sempre misurabili nel tempo e nella qualità. Obiettivo principale deve essere la generazione di nuove opportunità. Obiettivo di fondo e sempre ricercato quello di coltivare nuove relazioni con nuovi clienti e di fidelizzare i clienti già acquisiti.
Aggiungere alle proprie attività marketing tradizionali di email marketing, pagine web, newsletter ecc, social media come Facebook, Linkedin, Twitter e altri può fare la differenza perché permette di sfruttare il passaparola, i principi che fanno funzionare le reti, e la loro viralità.  Ad aumentare non sono soltanto le visite al sito web aziendale ma i contatti, le conoscenze, le informazioni, le conversazioni e le relazioni.

Content Marketing, il contenuto dà forma al contenitore



Nel 2013, le aziende che andranno meglio saranno quelle che sapranno mettere in campo innovative strategie di marketing collegate alla diffusione e alla produzione di contenuti.
Ecco quello che potrebbe accedere nel futuro più immediato:
1. Dalla palestra al campo
Se nel 2012 molti marketers e produttori di contenuti (compreso il sottoscritto) si sono allenati sulla rete come se fosse una palestra per produrre contenuti in grado di attirare l’attenzione dei lettori e di generare discussione il 2013 vedrà gli stessi alle prese con la discesa in campo per giocare una partita vera. Ora c’è bisogno di capire se si è vermanete in grado di operare azioni di content marketing in grado di indirizzare il traffico, di generare lead e di favorire le vendite.
Imparando a misurare le azioni messe in campo bisognerà essere in grado di fornire dati significativi e analisi convincenti per dimostrare che tutti gli sforzi avranno avuto un vero e proprio valore per il business.
2. Il sito internet morirà ?
A questa domanda non voglio rispondere in maniera drastica, ma una cosa è certa: I social media e le nuove tecnologie hanno permesso alle singole persone ancor prima che ai brand di curare in maniera dettagliata e capillare la propria esperienza sul web. E’ più facile di un marchio o di una persona, oggi, in una ricerca, trovare la pagina Facebook o il profilo Twitter che non l’homepage del sito di riferimento.
Ovviamente non basta una presenza, quello che va curato per ottenere dei veri risultati è il contenuto ben fatto, di qualità, creativo. Non è vincente quindi la semplice presenza o il semplice contenuto, ma il contenuto di valore.
Il contenuto, anche ben fatto, non potrà essere scritto o realizzato su argomenti casuali, ma dovrà essere realizzato dopo aver ben pensato e analizzato quale sarà il “pubblico” di riferimento. I contenuti, quelli ben fatti, riusciranno, quindi, ad orientare l’utente verso il sito di proprietà dell’azienda. I marketing manager dovranno saper diffondere e amplificare i contenuti che si andranno a creare. Il sito internet quindi non morirà, ma sarà l’approdo finale, il salotto buono, e non la porta d’ingresso dell’azienda
3. Sparare contenuti, non servirà a nulla
Le aziende dovranno convincersi che creare ogni tanto un post, magari realizzato dallo stagista di turno, non servirà a molto.
Quello che avrà valore sarà la personalizzazione dei contenuti, l’originalità e la capacità di orientare gli stessi rispetto  a specifiche categorie di destinatari.
4. Nulla lasciato al caso
I marketers e coloro che andranno generare contenuti dovranno impegnarsi nella creazione dei contenuti perché, come si è detto, essi saranno fortemente pensati per le persone che si andranno a coinvolgere. Bisognerà destinare  risorse  e  tempo sufficienti per pensare e mettere in pratica le strategie relative alla pubblicazione e alla distribuzione di di contenuti attentamente pianificati.
5. Non perdono di potenza l’immagine e innovazione
Anche se parlare di contenuti può far pensare a parole e a contenuti tutti finalizzati ad ottenere risultati, non si può prescindere dal fatto che, la persona che frequenta il web, sia esso un manager che un possibile cliente finale,  cerca un’esperienza positiva, un qualcosa che lo colpisca. Le piattaforme web, non potranno prescindere dal design, ma esso si dovrà accompagnare anche all’innovazione della piattaforma stessa e alla capacità di far sentire libero l’utente nella navigazione e nelle scelte senza troppi passaggi obbligati.
6. Chi fa content marketing è come una redazione
Nel marketing di questo inizio di terzo millennio non può essere statico, i contenuti generati devono ruotare velocemente, la generazione di contenuti deve essere costante. Bisogna agire come una redazione, la velocità è tutto.
Se ad esempio su Twitter è piena di notizie su un argomento di interesse di una determinata società, quella società non può non avere quel contenuto pubblicato sulle sue pagine.
Cambia radicalmente il mondo delle Pubbliche Relazioni aziendali fatte di messagi ponderati a lungo, revisionati, e poi diffusi attraverso la sola stampa o altro canale. Oggi la comunicazione avviene in tempo reale. Il contenuto, il messaggio deve essere sempre “fresco” e attinente al proprio mercato di riferimento.
7. I banner e la pubblicità sono morti !
Dei banner da un po’ di tempo sono stati pubblicati anche i necrologi. Ora che cosa succederà ?
Si comincia a parlare di nuovi nuovi formati per gli annunci pubblicitari, tra questi sicuramente vi troviamo “Flite”, i contenuti sono al centro della sua azione.
In quest modo si pensa che si favoriranno le campagne e  i marchi, facilitando l’engagement, i nuovi leads e le vendite.

 http://micheledelledera.it/2013/01/26/content-marketing-il-contenuto-da-forma-al-contenitore/

giovedì 11 luglio 2013

8 elementi per avere successo con il Social Media Marketing



“Ok, ti chiedo solo la consulenza strategica, diciamo, una serie di strategie e azioni da adottare per il Social Media della mia azienda. POi però gestisco tutto io: canali Social, commenti, ecc”.
Alcuni clienti esordiscono con questa frase una volta che hanno di fronte il piano di Social Media Marketing. Fin qui, tutto bene.
Arriva però l’estate, che porta con sé la voglia di vacanze, di uscite anticipate dall’ufficio e, come è naturale che sia, di “staccare la spina”. Peccato, però, che il Social Media Manager non stacchi mai la spina: eh già, ragazzi, questa è la dura realtà. Ecco perché credo fortemente che in questo lavoro, più che in ogni altro, serva una dose quotidiana di passione sfrenata!
La frase di incipit mi permette di riportarvi 8 elementi per un business vincente sui Social Media: studiando il blog SocialMediaToday, li ho trovati elencati alla perfezione e, dato che è ciò che la mia mente conserva ogni giorno, non ho potuto non condividerli.
Analizza bene questi 8 punti e forse scoprirai perchè c’è qualcosa che non va nella gestione dei tuoi Social…
1. Perchè sei sui Social?
Presenziare i Social, in primis Facebook, NON è una moda. NOn si va su Facebook “perché ci sono tutti”. Si va per perseguire determinati obiettivi: i tuoi quali sono?
2. Rispondi ad OGNI commento!
Socialbaker.com afferma che solo circa il 30% dei brands risponde ai propri followers. Niente di più sbagliato!
Provate a pensare: un cliente entra nel vostro negozio (fisico, intendo) e voi non lo salutate o non chiedete se desidera qualcosa? Non si può continuare a pensare che il mondo virtuale sia una realtà a se stante da quello reale: il tuo negozio online rispecchia il tuo negozio fisico. Sono le modalità di operazione, di engagement e di gestione del customer care a differire.
3. Porta VALORE.
I contenuti che scrivi devono essere di valore per la tua community: post sul tuo brand/azienda, post corporate, post promozionali (sconti e promo), post di scenario, curiosità.
4. Cross Promote!
Le attività promozionali che riporti sui Social devono essere sempre collegate al tuo sito web e/o blog, ai dépliant, a qualsiasi altra forma pubblicitaria. Quando si dice la “comunicazione integrata”…
5. Usa i tools a tua disposizione.
Assicurati di sfruttare tutti i tools che ogni Social mette a disposizione: insights e statistiche, tabs e così via.
6. Rendi tutto in versione Mobile (Responsive).
Non si torna indietro: “Mobile is the King“!
7. Esorta il check-in!
Non pensare solo a Foursquare: la maggior parte dei Social Networks, da Facebook a Instagram, consente di impostare la geolocalizzazione, che favorisce il “passaparola” tra utenti. Pensa il beneficio per i brands/aziende…
8. Assumi un Social Media Manager!
Il Social Media Marketing è un’attività non-stop.
Per essere vincente, ogni azione Social deve essere continuativa e duratura: non ci sono weekend o vacanze che tengano.

venerdì 28 giugno 2013

Like, follow e recensioni certificate




 
 
Quanto vale un “like” su Facebook? Quanto vale un “follow” su Twitter? Quanto valgono le recensioni certificate su un sito di ecommerce o su un certo shop online?
Queste sono alcune delle domande che ragionevolmente si pongono quelli che hanno ogni giorno a che fare con il social media marketing e con l’impatto che la reputation online può avere sul proprio business.

Per rispondere si può, per prima cosa, partire dai dati certi e cioè da quale sia il tenore degli investimenti che vengono fatti in ambito social: questo elemento può infatti fornire una misura del valore percepito da parte delle aziende.
Uno studio recente di BIA/Kelsey ha fatto luce su questo primo punto: lo scorso anno soltanto in America sono stati spesi 4,7 miliardi di dollari in “social ad” e si stima che entro il 2017 si passerà a una spesa di ben 11 miliardi di dollari. Il settore è in crescita e di conseguenza è logico pensare che proporzionalmente cresceranno anche le cifre investite.
Dal “Digital Influence Report 2013” di Technorati Media si desume invece che il leader indiscusso del mercato in questo ambito è Facebook: nel 2012 al social più famoso al mondo i brand hanno destinato il 57% della cifra totale investita per i social, mentre a Twitter e Youtube è andato un decisamente più ristretto 13%.
I dati lasciano intendere che il valore percepito per le attività social è già elevato ed è destinato a crescere. Dato questo punto come assodato, però, le aziende non riescono a calcolare il valore effettivo di un “like” e non riescono neppure ad avere una stima certa della sua efficacia in termini di business.

http://blog.zoorate.com/2013/06/28/like-follow-e-recensioni-certificate-come-si-calcola-il-valore-del-social-commerce/?sthash.HT09qfrN.mjjo

lunedì 24 giugno 2013

Landing Page e Moduli Cattura Nomi

Moltiplica il tuo successo utilizzando una landing page per inondare la tua casella di posta di contatti motivati. Si tratta, ed è stato così per molti anni, di una strategia vincente che resta ancora oggi tra le più popolari. Ovunque in rete troverai una landing page creata per questa o quell’altra offerta. Ovviamente è un metodo che funziona altrimenti non lo utilizzerebbe nessuno, o no? Le landing page sono strumenti eccezionali. A differenza dei metodi tradizionali, se create nel modo corretto possono da un giorno all’altro far esplodere il tuo successo nel network marketing. Tu getti “un’esca” per il tuo prodotto o servizio e saranno i tuoi stessi contatti a fornirti le proprie informazioni allo scopo di riuscire ad ottenere l’offerta speciale che proponi.
A questo punto il problema è che per riuscire ad avere un qualsiasi successo con questo metodo, o qualsiasi altra strategia disponibile, dovrai imparare a creare la tua landing page con un layout mirato che riesca a convertire i visitatori (contatti) in clienti. Avere solamente una landing page sul web non basta. È necessario avere il titolo giusto, l’intestazione delle giuste dimensioni, una combinazione di colori adeguata, il carattere della giusta dimensione e stile, un buon copywriting: questi sono alcuni degli elementi necessari per riuscire, per lo meno, ad avvicinarsi a sfruttare la sua magia.http://networkmarketer.it/strategie-e-suggerimenti-per-ottenere-profitti-nel-network-marketing/

AI e benessere aziendale: come l’intelligenza artificiale sta cambiando la cultura HR

  Dalla “palestra aziendale” alla cultura del benessere continuo Il concetto di benessere aziendale in Italia non è più un extra motivazion...